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I “Contadini Volanti” della costiera amalfitana. Presentato, martedì 11 Luglio 2023, nella sede della Cia Agricoltura di Roma il libro della giornalista Flavia Amabile sull’agricoltura eroica- di Giuseppe De Pietro

di Pino De Pietro

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Il Libro racconta , attraverso scatti fotografici e preziose informazioni , le imprese di agricoltori-eroi che ancora riescono a preservare i prodotti del territorio con sacrifici e dedizione.

Era la fine del XVIII secolo e Amalfi da secoli aveva ceduto il dominio del mare. L’Inghilterra, col suo immenso Impero, primeggiava nei commerci e possedeva una flotta immensa: fu per tutelare le sue ciurme che la Marina militare e commerciale di Sua Maestà britannica si rivolse ai limonicultori della Costiera, caricando un’infinità di casse di limoni, persino dove non esistevano strutture portuali e occorreva attraccare al largo.Fu un periodo d’oro che si protrasse fino al secondo dopoguerra. I coltivatori e le loro maestranze che hanno superato i 90 anni ancora se lo ricordano. Ai tempi, la Costiera Amalfitana era ancora allo stato naturale e la cementificazione selvaggia dei ricchi imprenditori, amanti della villa in Costiera, era di là da venire.

Quelle che non sono cambiate, né potranno cambiare mai, sono le modalità di coltivazione delle piante, un disciplinare che rimane eguale dei secoli.L’uso di metodologie naturali come l’utilizzo del verderame contro i parassiti e un’agricoltura biologica ante litteram sono la testimonianza di una salubrità della coltivazione: chissà se i limoni da vetrina di Bulgari, di provenienze esotiche, possono offrire le stesse garanzie.Certo, la concimazione non avviene più con le deiezioni dei pollai o il contenuto dei pozzi neri appetiti dai coltivatori, perché da Bruxelles arriverebbero con l’artiglieria pesante. E ha una sua sottile ironia poter pensare che i limoni importati da Amalfi e venuti su con queste concimazioni primordiali siano giunti sui tavolini da the dell’aristocrazia inglese, persino della Famiglia Reale.

I “Contadini Volanti”, per il resto, lavorano le loro piante fra Vietri sul Mare e Positano, come i loro antenati. Uomini e donne s’inerpicano sulle terrazze dei cosiddetti “giardini”, che si snodano lungo i costoni, raggiungendo anche un’altezza in montagna fino a 400 metri sul livello del mare. I portatori delle ceste, in un gesto secolare, poggiano sulla nuca ceste che variano dai 55 ai 70 kg per portarli a valle, all’altezza della strada, una fettuccia di asfalto scavata anch’essa nella roccia, stretta e piena di curve. Poi ci sono i coltivatori degli alberi di limone e i raccoglitori: sono allenati sin da giovanissimi a ‘ domare’ le piante, distendendo le foglie in pergolati grazie a rametti di salice e sostenendole con pali di castagno, ricavati da piante cresciute a quote più alte. Sono loro, insieme ai trasportatori, spesso donne, a giustificare l’appellativo di “Contadini Volanti”, perché lavorano come sospesi a mezz’aria.

Questa microeconomia, come dicevamo nell’incipit, è a rischio: abbattimento dei ricavi, mentre i costi fissi esplodono; carenza di agricoltori e loro progressivo invecchiamento; pochissimi giovani, che, anzi, emigrano.

Si evidenzia come i limoni possano acquisire valore aggiunto diventando marmellate, composte per accompagnare i formaggi, ma anche concentrati per profumare cosmetici o mescolarsi ad alimenti, persino creme di bellezza a base di limone di antica sapienza; come i cosiddetti “Sentieri dei limoni” siano di grande appeal per il crescente “turismo esperienziale”.

Suggerimenti preziosi, ma, a tagliare la testa al toro e far risorgere questo settore di nicchia e d’eccellenza, ci vorrebbe un intervento strutturale, come il riconoscimento del sunnominato “reddito di custodia” (qualcuno parla di “reddito di contadinanza”), che tenga conto della funzione di tutela che costoro espletano, nella difesa del territorio da frane, dilavamenti, incendi. Le peschiere usate per innaffiare le piante, ad esempio, sono uno strumento fondamentale per le attività di contrasto ai roghi in montagna, spesso inaccessibili alle autobotti dei Vigili del Fuoco. I “Contadini Volanti” sono il simbolo di una necessaria innovazione nella tradizione e di converso, dell’esigenza di proteggere la tradizione grazie a strumenti innovativi.

Quando siamo in Costiera Amalfitana uno dei primi dettagli è il profumo di limoni. Una campagna traboccante di agrumi accompagna il paesaggio lungo tutta la parte interna della Statale Amalfitana. Uno dei limoneti storici appartiene ai nostri “eroi verdi” di oggi, la famiglia Aceto, che si occupa di limonicoltura da quasi due secoli. La loro agricoltura, guidata dalla passione per il territorio, è rigorosamente biologica, e il prodotto principale è lo Sfusato Amalfitano I.G.P. (ne escono dall’azienda circa settecento quintali l’anno).

Fu nel 1825 che Salvatore Aceto, avo omonimo del nostro “eroe”, comprò un appezzamento di terra a Ravello, uno dei gioielli della Costiera, e diede vita a unaunga attività di produzione e commercializzazione di limoni, affermandosi poi come uno dei maggiori produttori di agrumi della zona nel secondo dopoguerra.

La morfologia del terreno non permette una coltivazione agevole o di utilizzare vasti spazi per le produzioni. Gli agricoltori della zona per lavorare la loro terra devono salire e scendere centinaia di scale per andare da un terrazzamento all’altro. Nel 2013 Salvatore Aceto, pronipote di Salvatore e figlio di Luigi, riorganizza l’azienda di famiglia e si dedica ad un tipo di produzione sostenibile e biologica, il limone sfusato riconoscibile per la sua forma irregolare.

Dopo la pubblicazione sul New York Times di un articolo, l’azienda è diventata anche un’attrazione turistica, meta di schiere di visitatori. Molti scendono dalle navi da crociera per imbarcarsi nel Lemon Tour, una passeggiata tra valli verdeggianti che si srotolano verso il mare. La tutela del territorio e la produzione di prodotti biologici sono le peculiarità del lavoro che svolge l’Azienda agricola Aceto. Salutiamo gli Aceto e la loro “agricoltura eroica” come i nuovi GreenHeroes.

Giallissimo, profumatissimo e particolarmente ricco di vitamina C. Ha antiche origini mediorientali, ma parla con marcato accento campano. Il limone Costa d’Amalfi igp, conosciuto anche come “Sfusato”, per la sua forma affusolata, è un agrume che ci invidia il mondo intero. Viene coltivato su terrazzamenti eroici in una micro area compresa fra tredici comuni, in quel paradiso terrestre che va da Vietri sul Mare a Positano, passando per suggestivi borghi come Furore, Maiori, Minori, Scala e Ravello. La sua buccia custodisce un tesoro di oli essenziali e di particelle volatili che conferiscono al frutto proprietà aromatiche uniche. Le stesse che lo hanno reso celebre in tutto il globo per la preparazione del limoncello, che si ottiene proprio dalla scorza di questa varietà di limone.

Il frutto citrino della Costiera Amalfitana si presta a essere consumato alnaturale con il sale o con lo zucchero: la parte bianca interna, il cosiddetto “pane”, è piuttosto dolce. I cuochi della zona ne valorizzano appieno le caratteristiche, combinandolo anche con altri sapori. “Fino a pochi anni fa, non si pensava di poterlo abbinare facilmente”, racconta MicheleDeleo, chef del Rossellinis, il ristorante stellato di PalazzoAvino a Ravello. “Oggi, proprio come il pomodoro o il basilico, è entrato a tutti gli effetti tra i prodotti che usiamo quotidianamente in cucina”, prosegue.

Le sue qualità? “Ha una fragranza delicata e una forte persistenza aromatica, a cui corrisponde una bassa acidità che lo rende altamente digeribile”, spiega Deleo. “I suoi sentori aumentano l’acquolina nel palato e poi è molto versatileriesce a mescolarsi in modo esaustivo con tanti ingredienti”. Lo chef, per esempio, lo propone nel risotto, in combo conidatterinigialli. “I due gusti si fondono in maniera equilibrata, con una nota fresca e zuccherina”. Per ritrovare tutto il sole del Sud nel piatto, ecco nellagallery sopra 5 ricette facili con il limone di Amalfi.

Flavia Amabile. Giornalista, scrittrice e fotografa. Lavora alla Stampa dove scrive di attualità. Dal 2005 porta avanti il progetto multimediale I contadini volanti per documentare con foto, interviste, testi e video il lavoro dei contadini della Costiera Amalfitana nei giardini di limoni e la loro difesa di una terra e di un patrimonio dell’Umanità.

www.cia.it

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